Non soltanto i giovani scienziati ma anche quelli attempati, lasciano l’Europa, specie se i loro studi risultano troppo innovativi. Così quest’anno 2011, Luc Montagnier, virologo, Nobel per la Medicina, fondatore e presidente del World Foundation for AIDS Research and Prevention, 78 anni, emigra in Cina per proseguire i suoi studi, per i quali è difficile reperire fondi in Europa. Cosa c’è di innovativo nei suoi studi? Innanzitutto, egli considera anche gli aspetti biofisici (elettromagnetici) nelle interazioni farmacologiche. Aspetti imprescindibili in natura, che però vengono ancora ostentatamente ignorati dalla Farmacologia convenzionale. Secondo, svela che queste onde elettromagnetiche sono misurabili anche in “extremely high diluitions” del tipo di quelle adoperate in Omeopatia. La qualcosa è ovviamente ostentatamente ignorata dalla Farmacologia tradizionale. Terzo, riabilita pienamente Benveniste (“un nuovo Galileo”, lo definisce) i cui classici esperimenti sulla “memoria dell’acqua” trova perfettamente riproducibili. E accusa i suoi persecutori che, non dimentichiamolo, ancora sostengono il falso dai loro posti di potere. A questo punto, attenzione, che lui personalmente non si occupi di Omeopatia e che le sue ricerche aprano invece nuove vie alle future terapie biomediche, diventa irrilevante. Come è successo ad esempio a Pauling (due volte Nobel per la Medicina), nemmeno un Nobel può permettersi di non trovarsi allineato con le direttive macroeconomiche del vigente potere industriale-scientifico. Ma sono davvero delle novità quelle che Montagnier sostiene? Neanche per idea! L’interazione tra gli aspetti biofisici e quelli chimici è una realtà naturale evidente. Ugualmente, la “memoria dell’acqua” è un fenomeno che si considera del tutto corroborato in Fisico-Chimica. Non parliamo degli effetti terapeutici dell’Omeopatia, che sono noti esattamente da 200 anni. Per questo, Montagnier si permette di parlare di “terrorismo intellettuale” nella scienza occidentale, nella sua intervista a Science nel dicembre appena trascorso. Rustum Roy, scomparso lo scorso novembre, professore dello Stato Solido, professore-ricercatore di Materiali all'Università dell'Arizona, fondatore e direttore del Materials Research Laboratoty, uno degli scienziati più autorevoli del mondo sull'argomento delle soluzioni acquose ultra diluite, così descriveva invece, con la sua pacata ironia, la questione (riporto un suo articolo, nel dicembre del 2007 sul Guardian): "Sono un chimico dei materiali che ha scritto alcuni dei lavori più citati nella scienza dei materiali, sulle soluzioni acquose. Avendo recentemente studiato le proprietà biologiche straordinarie delle soluzioni acquose ultradiluite (acqua con una parte per milione di particelle solide) e scritto una lunga revisione sulla struttura dell'acqua, ho incidentalmente scoperto una nuova malattia sociale la "omeofobia", si tratta di una reazione di paura (soprattutto fra gli scienziati) alla parola "Omeopatia"… La più grande "bufala" degli "omeofobi" è il concetto che una soluzione dove il soluto è estremamente diluito (oltre il numero di Avogadro) non può assolutamente - essi credono- essere diverso dal solvente originale." Speriamo che Luc Montagnier, dal suo nuovo laboratorio della Jiaotong University, possa continuare a sviluppare i suoi studi e trovare, inoltre, una rivista decorosa che li pubblichi. Ricordo che Nature, ad esempio, gli studi che lontanamente siano riconducibili all’Omeopatia neanche li passa ai referees, li restituisce subito all’Autore come “non compatibili” con la linea editoriale… Tempi duri per gli scienziati non allineati.
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